“The Swan Song”, il nuovo spettacolo Petit Soleil trae ispirazione da una ricerca sulla donna-clown condotta da Aldo Vivoda e Valentina Milan e apre il suo orizzonte su argomenti più che mai attuali. Cos’è il teatro oggi? Sacralità o prostituzione? Qual è la funzione sociale dell’attrice? Come offrire ai giovani una possibilità artistica, una professionalità come riconoscimento di idee valide? Come evitare il senso di inadeguatezza, il calo di autostima legati a un non-riconoscimento del proprio mestiere e ruolo sociale? L’obiettivo dello spettacolo non è certo quello di rispondere a queste domande, ci auguriamo però che esse non rimangano inascoltate, ci auguriamo che la voce del singolo, del piccolo, se portatrici di qualità e verità, non vengano brutalmente schiacciate ma vengano piuttosto equiparate a realtà già consolidate e riconosciute dalle istituzioni amministrative, politiche e sindacali del territorio.
Una giovane donna delle pulizie, un vecchio scenografo, uno spazio, un teatro, notte fonda: solo questo. L’incontro casuale tra la giovane e il vecchio coincide con un sogno di attimi di vita e di teatro che lentamente si confondono fino a non poter più essere distinti gli uni dagli altri. Teatro nella vita, vita nel teatro… Teatro nel teatro. Una trama semplice ed esile.
Eppure denso è il tessuto simbolico ed evocativo che nasce dall’inaspettato incontro dei due personaggi, un sogno, uno specchio che riflette la metafora del mestiere delle donne e degli uomini di teatro. Come pure straordinaria è l’umanità di queste piccole e fragili persone che sentono, nel loro vaniloquio, l’assurdità della vita, amando ancora più disperatamente la poesia della scena.